Amante di tutto ciò che è arte, la ravennate Michela da sempre si diverte a scrivere, leggere e disegnare. Ed è una grande sostenitrice degli ebook. Scopriamo di più su Michela e su “83500”, il suo primo romanzo pubblicato con Triskell Edizioni.
Ciao Michela, raccontaci un po’: com’è nato il tuo amore per l’arte?
Sono curiosa, lo sono sempre stata, e la casa di mio nonno era ricolma di libri, molti riguardanti pittura, architettura o musica. Ho assorbito tutto quello che potevo dalle passioni della mia famiglia. Qualsiasi forma di comunicazione mi attraeva, e iniziai a sperimentarle fin da piccola, con i pastelli in mano. La voglia di migliorarmi e un’enorme dose di testardaggine hanno fatto il resto.
Quanto ha influito il tuo essere “romagnola” su tutte le tue passioni, tra cui oltre all’arte ricordiamo la cucina e la buona compagnia?
Oddio, non lo so, magari sarei diventata una caciarona emotiva lo stesso, però credo sia innegabile che in Romagna siamo “sanguigni”, e che qui la pasta fresca ce l’hai nel dna, come l’ospitalità. Mia nonna ha sempre sostenuto che “se rimane era cattiva, se finisce era poca, se non mangi stai male”. Capite che non se ne esce, vero? Poi mi dicono che sono ansiosa.
Veniamo al tuo primo romanzo pubblicato con Triskell Edizioni, “83500”. Da dove nasce la trama?
Dalla marea di fumetti, di manga, di libri che ho letto, dai film che ho visto, e dal coprotagonista, Gabriel. Tutto è fluito molto rapidamente. Ho pensato a lui, l’ho visto, e la collocazione è arrivata di conseguenza. Dove lo metti un cyborg, non proprio stabile emotivamente, se non in un carcere? Giocare col tempo è stato il naturale risultato dell’abbinata. Il punto di vista con cui racconto, invece, poteva essere solo di Melice Redding, perché è il personaggio meno informato. E alla fine dei conti, andando oltre ai salti tra futuro e passato, 83500 è semplicemente la storia di Mel.
Ci puoi raccontare qualche aneddoto legato alla stesura dell’opera?
Sì, spero non siano troppo strani. Ho scritto una parte del libro prima di rendermi conto che avrei sviluppato una storia dove quel brano poteva stare. Sono scoppiata a piangere, in ginocchio davanti al divano, col pc appoggiato sulla seduta, dopo una svolta molto triste riguardante uno dei personaggi. Neanche stesse scrivendo un altro. Una volta ultimato il libro, tra le varie revisioni, ho cancellato completamente un capitolo, e l’ho buttato giù di nuovo in due ore.
Tocchi un tema molto delicato, quello della condanna a morte. Qual è la tua visione a proposito?
Che non insegna niente a nessuno. La condanna a morte fa paura, non aiuta a capire.
Veniamo ora alla questione dell’editoria digitale. Cosa rappresenta per te? E che vantaggi ha l’ebook rispetto all’editoria cartacea, tradizionale?
Io ero una di quelle puriste convinte che la carta fosse insostituibile. Ebook? Giammai! Poi cominci a vedere i prezzi, ti rendi conto che non hai 150 mq di casa, e la carta occupa spazio, il kindle pesa pochissimo, quindi se leggi a letto puoi tenerlo senza fatica con una mano sola, per non parlare dei viaggi. In ultimo, ma non meno importante, l’ebook è immediato: lo cerchi, lo paghi, ce l’hai. Da autrice non vedevo l’ora di tenere il cartaceo tra le mani, ma ho capito bene il valore della versione digitale.
Scarica subito “83500” di Michela Monti e… buona lettura!