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[#Anteprima] [#gratis] Aced – Edizione italiana – Ella Frank & Brooke Blaine

In anteprima un estratto gratuito del primo capitolo dell’edizione italiana di “Aced” di Ella Frank e Brooke Blaine. Buona lettura!

 

1

Duro come la roccia

 

Un clacson esplose dietro di me. Non un semplice “bip” per dirmi di muovere il culo, ma un lungo, interminabile concerto che mi spinse a porgere i miei saluti all’autista con il dito medio.

Quella era la parte migliore della mia mattinata, e lo era ogni mattina da tre settimane, perciò, se volevo starmene seduto all’incrocio trafficato tra Hollywood Boulevard e Highland Avenue, il resto di Los Angeles poteva pure aspettare.

«Datti una mossa, stronzo!» Poi una moltitudine di clacson suonò.

Sorrisi tra me e me mentre fissavo il cartellone pubblicitario dell’uomo che aveva catturato la mia attenzione e che mi faceva deviare di diversi chilometri dal mio tragitto solo per vederlo. Ogni maledetto giorno.

Magro e muscoloso come la maggior parte dei modelli, con i capelli scuri un po’ più lunghi e scompigliati sopra la testa, quell’uomo, chiunque fosse, era la perfezione fatta persona. Indossava solo una giacca di pelle aperta con degli slip bianchi sottilissimi e un look che trasudava sicurezza, arroganza. Senza ombra di dubbio l’uomo più sexy che avessi mai visto, e con il mio lavoro ne vedevo un bel po’.

Ma quell’uomo… era qualcosa di totalmente diverso.

Ciò che più di tutto attirava la mia attenzione era il suo sguardo seducente e il modo in cui si sfiorava il labbro superiore con il pollice. Diceva: Vieni, assaggiami. Ti sfido. E funzionava, perché avrei davvero voluto morderlo. Sì, ditemi pure che sono uno sciocco superficiale, ma non potevo non sbavare su quei Calvin Klein che gli pendevano dai fianchi mettendo in mostra quella V profonda e i peli scuri che scendevano verso… Porca puttana. Verso il suo cazzo duro come la roccia, che non aspettava altro che le mie labbra lo avvolgessero…

«Ace? Stai giocando ancora nel traffico?» Shayne, la mia vivace amica australiana (nonché la mia ex ragazza di copertura, così lo dico subito e mi levo il pensiero) interruppe i miei pensieri.

«Muovi il culo o te lo sbatto così forte che cagherai dadi e bulloni per una settimana!»

Mi fece ridere e iniziai lentamente a muovermi.

Dopo aver dato un’ultima occhiata a Marky Mark (come l’avevo soprannominato) premetti l’acceleratore, con grande sollievo della lunga coda che si era formata dietro di me.

«Dimmi che non stavi facendo quello che penso che stessi facendo,» mi chiese Shayne.

«Intendi parcheggiare davanti al dono di Dio agli uomini nei suoi Calvin Klein e masturbarmi?» risposi, con la mia migliore imitazione di un accento australiano.

«Era ora, coglione!» mi urlò l’angeleno leggermente incazzato mentre mi superava, e io in tutta risposta lo salutai con la mano.

«Che cavolo, Ace, uno di questi giorni ti farai sparare per aver bloccato la gente che andava al lavoro. Vedo già i titoli: “La più grande star dei film d’azione di Hollywood uccisa a colpi di pistola dopo essere stata trovata a masturbarsi nella sua Lamborghini”.»

«Guarda che ho tenuto le mani sempre sul volante. Non sarebbe bello se mi presentassi alla prima lettura del copione dopo aver svuotato il carico nei pantaloni.» E preferirei comunque essere nudo sul mio letto per farlo.

«Mmm… ho già sentito anche troppo.»

«Come se ti imbarazzassi, con la gente che frequenti. E poi sei tu che hai iniziato questa conversazione, Shayne. Io sto solo dando il mio contributo.»

«A proposito di contributo, ti chiamavo proprio per ricordarti che venerdì Paige inizia a preparare tutto per la tua festa di compleanno di sabato, quindi di’ ai tuoi uomini di farla entrare se non ci sei.»

«Ci penso io. Anche se sono sicuro che alla sicurezza non dispiacerebbe guardarla mentre spinge il culo oltre il recinto.»

«Ace…»

«Va bene, va bene, la farà entrare Sophie.»

«Aspetta, vuoi dire che Sophie è ancora la tua domestica? Credevo che l’avessi licenziata perché rompeva ogni volta qualcosa.»

«L’ho fatto. O meglio, ci ho provato già nove volte, ma mi venga un colpo se ogni volta non si mette a piangere e a raccontarmi che Johnny vuole disperatamente giocare a T-ball questa stagione, e la piccola Maria vuole tanto uno di quei fornelletti da bambini per il suo compleanno, e come farebbe a comprare loro gli alimenti senza glutine se perdesse il lavoro e, porca puttana, io non ce la faccio.»

«Oh, tesoro, hai un cuore.»

«Certo che ce l’ho. Anche se non è molto grande dato che ho licenziato il maggiordomo, ma…»

«Sai com’è, è difficile ricordarlo a volte, dato che la TV e i tabloid ci spiattellano la tua immagine da duro. Non ti ricordavo così… tagliente quando uscivamo assieme.»

Ma non mi dire. «Prima mi bastava farmi vedere a braccetto con una donna sexy per avere l’aria da duro, ma da quando ho fatto coming out devo essere… diverso. Il doppio senso è voluto.»

«Direi che l’aria da piccolo cazzone presuntuoso ti si addice.»

«Piccolo? Vuoi forse dire che ce l’ho piccolo?» risi.

«No, non sia mai. È enorme, gigantesco. Il più grande che abbia mai visto…»

«Me lo dicono spesso.»

«Bene, credo che per oggi abbiamo accarezzato il tuo ego a sufficienza.»

«In tutta sincerità, avrei preferito riceverle da un’altra parte quelle carezze invece che sull’ego, ma mi hai fatto comunque stare bene.»

«Bleah. Vai a quella riunione…»

«Lettura del copione.»

«Sì, va bene, lettura del copione. E cerca di non far incazzare nessun altro oggi. I paparazzi ti osservano,» canticchiò.

Uno sguardo rapido allo specchietto retrovisore mi confermò che aveva ragione. La stessa Honda grigia che aveva iniziato a seguirmi appena uscito dal mio quartiere a Beverly Hills era un paio di macchine più indietro, e senza dubbio almeno un tizio all’interno stava scattando.

Grandioso.

«A proposito,» continuò Shayne, «su TNZ c’è una bella foto di te che blocchi il traffico sulla Highland e fai il dito medio al poveretto nella macchina dietro di te. Che eleganza, Ace.»

«Che stronzo. È successo due minuti fa, ho appena imboccato Barham Boulevard.»

«Sai qual è la ragione per cui ti seguono.»

«Sì, lo so cosa vogliono.» La stessa cosa per cui mi stanno addosso da un anno: riuscire a fotografarmi in compagnia di un uomo per la prima volta dalla conferenza stampa in cui ho fatto coming out.

«Buona fortuna. Non succederà.»

«Stai attento per favore.»

«Sempre,» risposi, e dopo aver chiuso la telefonata alzai al massimo il volume del pezzo rock alla radio e spinsi sull’acceleratore.

 

***

 

Mai nella vita avrei immaginato di camminare tra i set della Warner Bros. diretto al mio primo lavoro a Hollywood. Io, Dylan Prescott, che mi avviavo verso il set sedici per lavorare a un film. Era incredibile, cazzo. Eppure, ero lì. E, a essere sincero, ero parecchio nervoso.

Non solo sarei stato in un film, ma in un film che aveva per protagonista l’eroe d’azione numero uno al mondo al momento: Ace Locke.

L’Ace Locke che aveva affrontato i ninja in L’ultimo ragazzo di strada.

L’Ace Locke che aveva salvato una nave da guerra che stava per affondare dopo essere stata colpita da tre missili nel primo Insurrezione. E l’Ace Locke che era stato protagonista di tutte le mie fantasie sessuali più oscene. Sì, quell’Ace Locke.

Quando ero arrivato a Los Angeles tre mesi prima non era nei miei piani dedicarmi alla recitazione. Ero piuttosto convinto del mio percorso come modello, ma poi la mia agente mi aveva messo la pulce nell’orecchio dicendomi che avevo un viso adatto alla telecamera. In quel momento mi era sembrata una sciocchezza. Cioè, mi spogliavo già del tutto per le foto, ma quando iniziò a parlarmi di film e TV ebbe subito la mia attenzione.

Così, grazie a un colpo di fortuna, ecco che mi ritrovavo lì ad andare incontro al mio futuro.

Mi fermai in mezzo alla strada per ammirare quello che mi circondava: la famosa torre idrica della Warner Bros., l’esterno di Brooklyn Night a sinistra, uno dei miei polizieschi preferiti, e poi tram pieni di turisti che facevano il giro di tutte le stradine degli Studio. Il tutto posato sull’enorme collina che separa Burbank da Hollywood.

Stavo per darmi un pizzicotto. Cosa cavolo ci faccio qui?

Presi la mappa che mi avevano dato e sistemai lo zaino sulle spalle pronto per ripartire, quando uno stridio di gomme mi urtò le orecchie, seguito dal suono di un clacson.

Feci un salto dallo spavento e voltandomi vidi la Lamborghini stratosferica che aveva appena inchiodato. Era nera come la notte, con strisce gialle nella parte bassa della carrozzeria e i finestrini così oscurati che non riuscivo a vedere chi fosse l’idiota che correva come un pazzo in una via così trafficata. Iniziò ad avanzare lentamente con la musica a tutto volume, avvicinandosi a me. Strizzai gli occhi per cercare di vedere all’interno, ma fu inutile. Il mistero, tuttavia, non durò a lungo, perché appena la macchina si fermò Ace Locke mise fuori la testa dal finestrino del guidatore e mi rivolse la parola… mi rivolse davvero la parola.

«Ehi, coglione, ti sposti?»

Ok, forse è più esatto dire che mi urlò contro… ma mi stava guardando davvero. Almeno così mi sembrava. Insomma, non era facile capirlo dietro a quegli occhiali scuri.

«Cos’è, vuoi morire per caso? Non stare in mezzo alla strada. C’è gente che ha da fare.»

Prima che potessi aprire bocca, Ace si era risistemato sul sedile del guidatore e stava riavviando il motore. L’auto ringhiò come una bestia feroce, il che avrebbe dovuto farmi muovere il culo, ma fu solo quando Ace premette di nuovo il clacson che balzai sul ciglio della strada. L’auto scivolò in avanti e mi affiancò, e io mi trovai a guardare un viso che finora avevo visto solo sullo schermo.

«Sai,» disse Ace, parlando sopra la musica rock a tutto volume. «Forse è più sicuro se fai il tour con il tram.» Stavo per aprire bocca per dirgli che non ero lì come turista (almeno credo che questo fosse ciò che avrei voluto dirgli), ma prima che il mio cervello riuscisse a formulare una maledetta frase Ace stava già premendo sull’acceleratore e io rimasi a fissare il retro della sua macchina che si allontanava.

Alla faccia delle prime impressioni, cazzo. La prima lettura del copione prometteva di essere molto imbarazzante, e non tanto per la mia seria cotta per la star del film, quanto perché quell’Ace Locke era anche una testa di cazzo.

 

 

Ella Frank e Brooke Blaine vi aspettano il 25 febbraio!

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